sabato 1 novembre 2014

malarioterapia

Julius Wagner von Jauregg
Fu la prima terapia da shock adottata in psichiatria. 
Venne messa a punto da Julius Wagner von Jauregg, neurologo austriaco che, per questa scoperta, fu insignito del premio Nobel nel 1927.
La connessione tra febbre alta e modificazioni del decorso di alcune malattie mentali era già stata notata, Jauregg cominciò i suoi studi nel 1887, infettando sui suoi pazienti con l'erisipela, una malattia della pelle provocata dallo streptococco, e proseguì poi con la tubercolina, ma con esiti fallimentari.
Jauregg si occupava soprattutto della paresi generale in pazienti sifilitici. Le sue ipotesi di lavoro furono confermate dalla scoperta dell'agente patogeno della malattia, il treponema pallidum (1905) e dalla constatazione che accessi febbrili contrastavano la penetrazione nella corteccia cerebrale del batterio.
Ad aiutare le ricerche dello scienziato fu la guerra.

Nel 1917 fu ricoverato nella sua clinica un soldato ferito da una granata e affetto da malaria terzana.
Jauregg inoculò il sangue del ferito in incisioni praticate su nove dei suoi pazienti, tre dei quali guarirono completamente.
Il metodo sembrava funzionare e a differenza dei tentativi precedenti aveva anche il vantaggio che, con il chinino, era possibile controllare gli effetti della cura.
Il metodo si affermò anche in Italia, dove però, sugli schizofrenici, proseguirono anche gli esperimenti con iniezioni di tubercolina, nucleinato di sodio e trementina, seguendo il protocollo, dagli effetti scarsi, messo a punto da Augusto Tamburini fin dal 1906.

Nessun commento:

Posta un commento